Malocclusione e postura: il mito

“Lo specialista ha detto che se metto l’apparecchio risolverò i miei problemi alla schiena”. È proprio così? La domanda da porci è esiste una correlazione tra malocclusione e postura corporea? Per andare al di là del parere dello specialista di turno, dobbiamo affidarci a cosa dice il mondo scientifico sull’argomento. In una visione molto semplificata, gruppi di persone devono essere confrontate tra loro per verificare se l’apparecchio ha risolto o meno il mal di schiena.

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Risolvere la malocclusione comporta benefici per i problemi di postura?

Questo è stato fatto ad esempio nel caso del morso incrociato (denti di sopra che chiudono all’interno rispetto a quelli di sotto) e della scoliosi. Si è visto che la risoluzione della malocclusione non influenza positivamente o negativamente il problema alla schiena. Con ciò non vogliamo concludere che mettere l’apparecchio non è utile ma che non è giustificato metterlo per risolvere esclusivamente i problemi alla schiena.

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Malocclusione e postura: la realtà

Ciò che invece gli studi scientifici hanno timidamente evidenziato è una qualche connessione tra evidenti problematiche scheletriche tra il mascellare superiore e la mandibola e meccanismi di compenso posturale nel distretto cervicale. 

Sembra infatti esistano delle connessioni tra:

  • Una mandibola posizionata molto indietro (o di ridotte dimensioni rispetto al mascellare superiore) e una posizione anteriorizzata della postura del capo;
  • Una postura posteriorizzata del capo nel caso di una mandibola posizionata marcatamente in avanti

Conclusioni

Possiamo considerare superata l’epoca del negativismo assoluto verso una correlazione tra malocclusione e postura. L’atteggiamento è oggi quello di ricerca critica e costruttiva. Le affermazioni che facciamo riguardo questo argomento non sono conclusive né esaustive. Possiamo però trarre una preziosa conclusione: non è possibile sottoporre i pazienti a trattamenti di anomalie occlusali al solo scopo di correggere problemi posturali.

Anche la prescrizione di costose indagini strumentali (elettromiografia, pedana stabilometrica) deve avvenire criticamente e non al solo fine diagnostico speculativo.